MUSICA.
Limitando le parole (soggettive e dozzinali) spazio a LEI.
Quella del presente, del passato e del futuro.
Quella che diverte, che rilassa, che carica e che scalda.

Quella che ti fa dire: l'ascolto dunque sono...


mercoledì 24 ottobre 2012

La rinascita di GIARDINI

Faccio ancora fatica a chiamare Umberto Maria Giardini (il suo nome vero) chi una volta era conosciuto come Moltheni.
Personaggio schivo che però si incontra facilmente per Bologna. (città dove vive il cantante marchigiano che di primo mestiere fa il pompiere).
Quando ho assistito al suo ultimo concerto, avevo inteso fosse la fine di tutto. Per fortuna si era chiuso solo un capitolo e, in questi giorni, è arrivato il nuovo lavoro La Dieta dell'Imperatrice.
Lo stile è sempre quello: scarno, concreto, mai banale. La facilità di esprimere immagini con poche parole è tipica del cantautore. La forza delle sue storie ce le fanno appartenere, l'intensità delle sue interpretazioni ce le fanno digerire. 
Il nuovo Giardini fa capolino nell'atmosfera decisamente più cupa (e riflessiva) e nella musica dove compare anche l'elettronica (sparisce del tutto la chitarra acustica). 
Una chiosa? Bentornato a Moltheni e benvenuto a Giardini, per il resto consiglio vivamente l'ascolto.


lunedì 8 ottobre 2012

FLYING LOTUS, ARCHIVE e CHROMATICS

Artisti che meriterebbero uno spazio più ampio per i loro ultimi lavori.
Li accomuno dato che avrei espresso lo stesso giudizio positivo per tutti e tre. Non a caso sono i miei ascolti preferiti del momento (anche se l'ultimo è uscito già da un pezzo). 
Diversi per molti aspetti, Flying Lotus, Archive e Chromatics hanno sfornano album concettuali e uniformi...una specie di viaggio.
Il primo è quello più sperimentale ed il genio californiano conferma la sua innata creatività.
Until the Quiet Comes è composto da 18 schegge che rilassano l'anima e svegliano sensi nascosti.
Il gruppo inglese, dall'alto della loro esperienza, aggiunge l'ennesima chicca alla loro produzione.
With us Until you're Dead è una fusione tra trip-hop sofferto, trame elettroniche e suoni orchestrali.
Infine ci sono i quattro ragazzi di Portland che tornano dopo un silenzio durato cinque anni.
Kill for Love è una fotografia dai toni sbiaditi che però sa accarezzare e tenere compagnia.