MUSICA.
Limitando le parole (soggettive e dozzinali) spazio a LEI.
Quella del presente, del passato e del futuro.
Quella che diverte, che rilassa, che carica e che scalda.

Quella che ti fa dire: l'ascolto dunque sono...


mercoledì 26 settembre 2012

Bologna e RADIOHEAD (parte seconda)


Doveva essere l'unica data italiana, doveva svolgersi in Piazza Maggiore (dove avrebbero infilato il palco?!), avrebbe dovuto scaldarci in estate.
Un concerto maledetto per chi, come me, è cresciuto con i Radiohead ed era al primo live.
Finalmente, alle 21:40 di un mite 25 Settembre, Bologna vede i cinque di Oxford.
Ventiquattro brani scelti con cura.
Luci pazzesche e schermi mobili geniali.
Poche parole fuori dalla scaletta.
Una limpida bestemmia per un suono errato, durante la bellissima Lucky.
Musica e voce che alternano scosse e carezze.
Il pubblico, composto ed esigente, che segue con ammirazione chi considera un mito. Dei ragazzi divertiti sul palco come tutti quelli accorsi per ascoltare. Dei ragazzi, oramai cresciuti, sul palco come la maggioranza di chi è davanti a ricordare.
I momenti topici sono troppi che non hai il tempo di digerirli, poi ad un tratto ti accorgi che c'è già chi smonta le casse.
Nelle orecchie hai ancora quell'arrivederci campionato prima della finale Everything in its Right Place.
La schiena e le gambe chiedono pietà (non hai più l'età) ma il cervello è rapito, il cuore è colmo.

Precede parte prima scritta dieci mesi fa.

martedì 18 settembre 2012

Sottovalutati

Ci sono artisti che non hanno la fortuna di "sfondare" ma avrebbero le carte in regola per farlo.
Le logiche commerciali sono tali da imporre il turnista uscito da amici e xfactor oppure quel pulcino tormentone del cavolo. A me piace parlare di musica e, sopratutto, ascoltarla.
Deasonika, Mambassa e Otto Ohm hanno in comune due cose: fanno buona musica e non sono famosi.
Avranno un altro lavoro che li sostiene, forse suonano per divertimento sicuramente per condividere qualche emozione. 
Ho scritto sottovalutati ma non è vero: chi li conosce li apprezza e li stima.


domenica 9 settembre 2012

La purezza dei THE XX

Nel 2009 quattro ventenni (XX appunto) fanno il loro esordio ed è subito clamore. Li ricordo dal vivo in un Covo stipato...che bellezza.
So bene come si ascolta un loro album.
Prima di chiudere gli occhi e svuotare il cervello, leggo le tracce di Coexist, poi uno sguardo alle durate: il trionfo del minimal...li stimo ancor prima di schiacciare play.
Architetture musicali essenziali al servizio di due voci che non fanno mai rumore.
Sussurri, sospiri, battiti, corde pizzicate, l'eco dei bassi. Tutto alternato magistralmente, pause e silenzi compresi. E' inevitabile cascarci dentro, farti trasportare da questi piccoli capolavori che parlano d'amore. E' imbarazzante come tanta semplicità possa creare tante emozioni. 
Gli XX ora sono tre ma è l'unica differenza rispetto al primo lavoro. Per il resto sono rimasti puri e l'unicità dei loro spigoli non si è scalfita. 
Su tutte (ma si fa fatica a scegliere): Angel, Try, Missing, Tides, Unfold, Our Song.

lunedì 3 settembre 2012

Il compitino degli HOT CHIP

Mai sentito Over and Over, Ready for the Floor o I feel Better? (guarda il video)  
Gli Hot Chip, vista l'esperienza decennale ed i quattro album alle spalle, sono tra gli esponenti più originali ed influenti dell'elettropop.
Questi inglesacci hanno sempre lasciato il segno ed il loro quinto lavoro In Our Heads era tra i più attesi dell'anno.
Ascoltando canzone dopo canzone, l'impressione è quasi la stessa: si però...
Sebbene si percepisca ancora la verve innovativa, o quantomeno quella ricerca che non ti banalizza, il risultato sembra comunque tendere verso il pop.
Brani come Night e Day, Flutes e How Do You Do si elevano, altri sono più ovvi e c'è spazio anche per la ballata Look At Where We Are (che sembra già sentita).
Non c'è quel sussulto che ti fa dire "ora la metto in una compilation". Il disco si ascolta bene e dà la paga a tanta mediocrità che c'è in giro, però mi aspettavo qualcosa di più da ricordare.

sabato 1 settembre 2012

Impressioni di Settembre

Non avrò molte occasioni quindi prendo spunto dall'incipit di questo mese per ricordare l'unica "band" italiana degna di questo nome.
Si potrebbe scrivere un libro ma la sintesi è questa :
la PFM è l'esempio di come la musica (fatta come si deve) possa avere successo anche fuori dall'Italia.
Non è un caso se, ancora oggi, l'elenco degli artisti che ripropongono le loro canzoni è infinito...il giorno come sempre sarà.